Nascondono la morte dei pazienti affetti da coronavirus per non “arrossirli”.

Un’indagine condotta dalla Procura di Trapani, in Sicilia, ha rivelato procedure illegali legate alla pubblicazione del numero giornaliero delle vittime del coronavirus, nell’isola più grande d’Italia.

Secondo il giudice Trapani, l’assessore alla sanità siciliana, Ruggero Razza, insieme ai suoi più stretti collaboratori, hanno falsificato i dati e ridotto il numero dei morti per evitare di designare l’isola come zona arancione o rossa.

Ratsa si è dimesso oggi, mentre tre suoi colleghi sono agli arresti domiciliari. L’intera indagine ha coinvolto complessivamente dieci dipendenti senior del distretto.

Secondo i media italiani, in Sicilia sono state pubblicate informazioni inesatte almeno quaranta volte in un totale di cinque mesi. Tipica è stata una frase sentita durante la sorveglianza telefonica, in cui i funzionari del settore sanitario della regione hanno concordato di “distribuire il numero di morti per coronavirus su un periodo più lungo anziché su un solo giorno”.

Come sottolineano i commentatori italiani, questa tattica illegale ha come scopo principale la tutela degli interessi dei cittadini, con il minor numero possibile di misure e divieti.

Girolamo Onio

"Creatore di problemi. Comunicatore. Impossibile digitare con i guantoni da boxe. Tipico sostenitore del caffè."

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *