Quando i Greci dissero un grande “NO” all’Italia fascista (BINTEO)

di Giorgos Chrysanthous

L’alba del 28 ottobre 1940 svegliò Atene al suono delle sirene della difesa aerea.

La Grecia ha due opzioni. O accetti l’ultimatum italiano, sottomettiti all’esercito italiano così come a quello tedesco, oppure combatti il ​​fascismo.

Il Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, Alexandros Papagos, ha comunicato con la frontiera greco-albanese, mentre è stato informato anche Ioannis Metaxas, che ha poi ricevuto nella sua casa di Kifissia l’ambasciatore italiano, che gli ha dato un ultimatum di tre ore.

Ioannis Metaxas, 28 ottobre 1940
“Gli ho risposto che consideravo la richiesta e il modo in cui è stata presentata come una dichiarazione di guerra dell’Italia contro il nostro Paese”.

Il NO dato in risposta è stato accolto con un entusiasmo senza precedenti da tutto il popolo greco, che si è svegliato alle 6 del mattino al suono delle sirene ed è sceso in piazza indossando i colori bianco e azzurro.

Ioannis Metaxas, 28 ottobre 1940
“Dimostriamo che siamo degni dei nostri antenati e della libertà che ci hanno dato. Questa lotta è per la nostra libertà e il nostro onore.”

Il compito degli italiani era molto più difficile di quanto pensassero, nonostante la loro superiorità in termini di personale, carri armati e armi.

La radio trasmette costantemente il famoso primo annuncio dello Stato Maggiore:

Stato Maggiore dell’Esercito, 28 ottobre 1940
Le forze militari italiane hanno attaccato a partire dalle 05.30 di questa mattina le principali unità di difesa del confine greco-albanese. Le forze armate difendono la patria.

Il delirio nazionale prevalse anche a Cipro, dove, con l’approvazione del governo coloniale britannico, iniziarono subito ad organizzarsi i primi gruppi che inviarono volontari a combattere sul fronte.

Nuova Guardia di Cipro, 29/10/1940
Un evento molto popolare è l’innalzamento della bandiera greca in tutte le città dell’isola, abbinata alla bandiera britannica nei centri pubblici, nei negozi e negli edifici privati.

L’esercito greco trionfò nelle battaglie successive, mentre gli italiani non trovarono modo di piegare la resistenza. Ciò avvenne quasi sei mesi dopo, quando un gran numero di truppe di Adolf Hitler lanciarono un attacco potente e su più fronti al paese.

L’occupazione durata tre anni ha portato enormi sofferenze al popolo greco e causato indicibili distruzioni. Il numero dei soldati morti superò i 30mila, mentre furono migliaia i civili che persero la vita, sia in battaglia, sia in esecuzioni collettive, sia a causa dell’ubriachezza e delle malattie che devastarono il Paese.

Girolamo Onio

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