Giovedì la Corte Suprema italiana ha confermato la decisione di un tribunale di grado inferiore, che in precedenza aveva condannato Berlusconi a quattro anni di carcere per evasione fiscale dalla sua società Mediaset. I giudici della Corte di cassazione hanno però rivisto parte della sentenza iniziale, che prevedeva l’interdizione dai pubblici uffici per un periodo di cinque anni. Sarà ora il tribunale di Milano a decidere se ridurre o meno il divieto.

L’amnistia lo ha aiutato

Tuttavia, questo non cambiò molto per Berlusconi, che alla fine fu dichiarato colpevole: dovette scontare un anno di prigione, e quindi dovette affrontare gli arresti domiciliari o il servizio comunitario. La sua pena iniziale di quattro anni è stata ridotta di tre quarti grazie a un’amnistia del 2006, e le sentenze brevi, soprattutto nel caso di detenuti anziani, non richiedono che siano scontate dietro le sbarre in Italia.

Berlusconi (76) ha scelto una tattica offensiva dopo il verdetto. Nel suo discorso televisivo ha criticato aspramente il sistema giudiziario e ha affermato di essere vittima dell’oppressione giudiziaria.

“Per quello che ho fatto nell’interesse di questo Paese per quasi 20 anni, alla fine della mia vita pubblica, riceverò accuse e condanne che non sono basate sui fatti e mi priveranno della mia libertà personale e dei miei diritti politici. ‘, ha detto, sembrando arrabbiato e scosso dal magnate dei media. Secondo lui, il sistema giudiziario che ha portato avanti una “campagna aggressiva” contro di lui ha fallito.

Rimarrà in politica

Berlusconi ha inoltre annunciato di voler continuare a fare politica sotto la bandiera del suo primo partito Up Italy! (Forza Italia!).

Cosa accadrà subito dopo la sentenza non è chiaro. Grazie alla decisione del giudice di rivedere l’interdizione quinquennale dai pubblici uffici, Berlusconi potrà comunque conservare il suo mandato senatoriale e, almeno per ora, guiderà il partito del Popolo della Libertà (PdL), di cui fa parte. . due principali partner della coalizione. Il suo partito lo sostiene fermamente, qualunque sia il verdetto.

Per ora i politici della coalizione lo evitano e affermano che la situazione deve essere studiata con calma. Lo ha chiesto anche il presidente Giorgio Napolitano, che tre mesi fa ha costretto due inconciliabili rivali politici a formare un governo. Ma ci sono grandi tensioni all’interno del Partito Democratico di centrosinistra, che insieme al partito di Berlusconi ora governa l’Italia. A causa delle critiche rivolte al leader della destra, tra i suoi membri potrebbero aumentare le richieste di far cadere il governo.