Nel 2023 in Italia moriranno 11mila persone per infezioni ospedaliere

In una nota pubblicata questo venerdì sul sito di informazione digitale I Due Punti, si riportano le dichiarazioni di Cristina Mussini, vicepresidente della Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali (Simit), circa la creazione di un gruppo di esperti per effettuare controlli negli ospedali e audit che hanno individuato carenze critiche.

Dal rapporto emerge che l’Italia ha una storia negativa a livello europeo riguardo a questo fenomeno, ed è al primo posto a livello regionale per decessi legati a infezioni causate da germi resistenti agli antibiotici.

Mussini fa riferimento allo sviluppo di un progetto denominato Resistimit, con l’obiettivo di creare una rete dedicata al monitoraggio e alla lotta ai microrganismi multiresistenti, siano essi batteri, funghi o virus, su tutto il territorio italiano.

Circolare del Ministero della Salute n. 52/1985 relativa all’eradicazione delle infezioni negli ospedali raccomanda l’attuazione di un programma di controllo delle infezioni in ciascun ospedale, che comprende l’istituzione di un comitato multidisciplinare, nonché di un gruppo operativo a tale scopo e la fornitura di personale infermieristico specializzato.

La resistenza agli antibiotici e le infezioni associate all’assistenza sanitaria rappresentano un onere per il sistema sanitario nazionale, con 2,7 milioni di letti occupati ogni anno, ha osservato il notiziario.

Le perdite dirette ammontano a circa 2,4 miliardi di euro, il che evidenzia il fatto che, secondo l’analisi, circa l’8,0% dei pazienti ospedalizzati ha contratto questo tipo di infezione.

Tra le infezioni più frequenti nei centri ospedalieri del Paese ci sono le infezioni nosocomiali, in particolare del tratto urinario, seguite dalle infezioni delle ferite chirurgiche e nel punto in cui vengono inseriti gli aghi per somministrare la terapia endovenosa, aggiunge la fonte.

jha/ort

Rodolfo Cafaro

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