Scenario del cambio di governo di Dbeiba in Libia

È in corso l’intenso processo per porre fine allo stallo politico in Libia con la formazione di un nuovo governo ad interim di unità, mentre allo stesso tempo Ankara ammette apertamente il suo coinvolgimento nel conflitto interno in Libia per salvare il governo “obbediente” di Dbeiba.

Parlando al Forum del Dialogo Mediterraneo a Roma, M. Cavusoglu si è espresso a favore del processo politico in Libia, ma si è subito vantato del ruolo della Turchia nel Paese, sottolineando che quando “Fati Basaga (un primo ministro nominato dal Parlamento nell’Est Libia) ha cercato di entrare a Tripoli, noi l’abbiamo fermato…”. Ancora una volta la Turchia si assicura la presenza di un governo obbediente a Tripoli in cambio del sostegno militare alla sua sopravvivenza da parte dei rivali interni.

Come l’attuale governo di Dbeiba si è salvato da un tentativo di invasione di Tripoli da parte delle forze che appoggiavano Basaga e offrivano alla Turchia il Memorandum del 3 ottobre sull’esplorazione degli idrocarburi, così il governo di Al-Sarraj si è salvato nel 2019 dall’assedio imposto a Tripoli dal generale Haftar rispondendo a Ankara con il Memorandum turco-Libia che delimita la zona marittima.

In Libia, l’incontro previsto per ieri tra il presidente del parlamento A. Saleh e il presidente del Supremo Consiglio di Stato H. Al Misri, che doveva svolgersi a Zidan sotto l’egida delle Nazioni Unite, è stato annullato affinché i rappresentanti dei due organi rappresentativi del Paese per cercare di concordare il quadro della formazione di un governo, un nuovo mini che condurrà il Paese alle elezioni.

L’inviato Onu in Libia A. Batili ha attribuito l’annullamento dell’incontro a “motivi tecnici” e ha invitato tutte le forze politiche del Paese a proseguire le consultazioni per aprire la strada alle elezioni che sono l’unica opzione per normalizzare la situazione nel Paese.

Saleh e Al Misri si sono rivisti qualche giorno fa in Egitto e c’è stato un riavvicinamento sulla base di elezioni costituzionali e scelte esecutive e unificazione delle istituzioni, ma il governo di Dbeiba ha per così dire rifiutato queste idee. apparentemente cercando la continuazione dell’impasse per estendere silenziosamente il suo mandato che è ufficialmente scaduto dal dicembre 2021.

Secondo i media libici, F. Bashaga ha promesso di dimettersi dalla carica di primo ministro nominato dal parlamento a condizione che anche il governo Dbeiba si dimetta per un altro governo che guidi il paese alle elezioni.

Non si sa ancora se e quando si terrà l’incontro Saleh-Al Misri, dove probabilmente proporranno ai rappresentanti delle Nazioni Unite un quadro costituzionale per le elezioni e la possibilità di creare un nuovo Forum politico che eleggerà un nuovo primo ministro e un nuovo governo con un consegna unica di accordi elettorali.

L’eventuale sostituzione del governo Dbeiba darà anche ad Atene l’occasione per uscire dall’attuale impasse che si era risolta dopo l’episodio del 17 novembre e per riallacciare pienamente i rapporti con Tripoli, in modo che i presenti, possano seguire da vicino gli sviluppi e gli sviluppi. avere l’opportunità di promuovere all’interno del sistema politico libico la propria posizione rispetto ai due Memorandum turco-libici.

Xaviera Violante

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