Praga di Dvořák: il Requiem tedesco onora la memoria di Brahms

Giovedì 14 settembre ha eseguito il Requiem tedesco di Brahms, opera 45, eseguito dalla Filarmonica Ceca sotto la direzione di Sakari Oram, Coro Filarmonico di Praga sotto la direzione di Lukáš Vasilek. I solisti sono il soprano finlandese Anu Komsiová e il baritono Christian Senn, cileno residente in Italia.

La cantata spirituale, della durata di oltre un’ora, che riflette sui pensieri finali di una persona, comporta notevoli esigenze interpretative. Ancora più importante è il ruolo importante del coro misto, che comprende tutte e sette le parti. Quest’opera profondamente commovente, basata sulla traduzione tedesca della Bibbia di Lutero, richiede al coro chiarezza, fraseggio, dinamica e resistenza nelle parti tese e spesso acute di soprano e tenore.

Foto: archivio del festival Dvořák Praga

Una performance eccezionale è stata quella del Coro Filarmonico di Praga diretto da Lukáš Vasilek.

Il Coro Filarmonico di Praga ha soddisfatto le esigenze dell’opera e si è distinto particolarmente nel sesto movimento Denn wir haben hier keine bleibende Statt (Dopo tutto, qui non abbiamo una sede permanente), che è culminato in una fuga corale splendidamente costruita nella precisa messa in scena di Vasilek.

Anche i solisti hanno gestito bene le loro parti, anche se il soprano saldamente montato di Komsi ha suonato un po’ acuto nel quinto movimento Ihr habt nun Traurigkeit (Anche tu piangi adesso). Preferiamo aspettarci che un inno angelico dolce e confortante saluti l’uomo mortale sulla sponda lontana. Inoltre, a Senn manca una voce media sufficientemente sonora e colorata contro l’orchestra, con la quale annuncia la rinascita e la gioiosa nuova vita.

Foto: archivio del festival Dvořák Praga

Il Requiem tedesco di Brahms al Rudolfinum è stato eseguito dal direttore d’orchestra finlandese Sakari Oramo.

Sakari Oramo, direttore principale della BBC Symphony Orchestra e assiduo ospite dei famosi London Proms, ha optato per un ritmo più rilassato, ma ha dato al coro e all’orchestra movimenti precisi che hanno mantenuto salda e coesa l’impegnativa composizione.

Il momento clou del concerto è stato il pezzo finale, il corale meditativo Selig sind die Toten (Beati i morti). Per Oram la conclusione, che ideologicamente segue l’inizio, è il completamento espressivo dell’opera che Brahms ha dedicato alla memoria della madre. Qui parla alle persone della morte e cerca di offrire loro la speranza e il conforto di cui hanno bisogno.

Marinella Castiglione

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