Posso farmi un trapianto di testa, sostiene un chirurgo italiano

Canavero sostiene che tutti i metodi e le tecnologie necessarie per eseguire un trapianto di testa esistono già, bisogna solo combinarli correttamente. I critici definirono il suo piano pura fantasia.

Secondo Canavero, un trapianto richiede il corpo di un donatore cerebralmente morto. Entrambe le teste verranno separate dalla colonna vertebrale contemporaneamente con un coltello molto affilato per garantire un taglio preciso. La testa del paziente verrà quindi attaccata al corpo del donatore con l’aiuto del glicole polietilenico che collega le due estremità della colonna vertebrale. I medici sutureranno quindi il muscolo e il tessuto circolatorio e il paziente rimarrà in coma per quattro settimane fino alla guarigione dell’incisione.

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Verranno utilizzate piccole scosse elettriche per stimolare la connessione tra la colonna vertebrale e il sistema nervoso. Secondo Canavero, i pazienti dovrebbero essere in grado di muoversi, sentire il proprio volto e persino parlare con la propria voce dopo il risveglio. Ha dovuto ricevere grandi dosi di farmaci immunosoppressori per prevenire il rigetto di entrambi gli organi estranei.

Canavero ha già una lista di potenziali pazienti. Vuole rivelare nei dettagli i suoi piani in un convegno medico quest’estate, dove vuole anche lanciare una campagna per raccogliere i fondi necessari per effettuare il primo trapianto nel 2017. Un chirurgo di Torino, Italia, vuole realizzarlo in Londra.

Punto interrogativo etico

Canavero ha affermato che la procedura non pone alcuna controversia etica per le persone che non hanno altre possibilità di ricevere cure. Tuttavia, ci sono ancora alcuni punti interrogativi. Ad esempio, se qualcuno con un nuovo corpo ha un figlio, allora il bambino non è suo figlio, ma un donatore, dal cui corpo verranno prelevati lo sperma o gli ovuli.

I piani di Canavero però non si esaurivano con il trapianto di testa, o meglio di corpo. Se la scienza nel campo della clonazione umana avanza, ha detto, in futuro sarà possibile per i pazienti di una certa età copiare i propri corpi più giovani dai loro campioni di DNA. Il chirurgo posizionerà quindi la testa sul paziente, in modo che la persona possa conservare la propria personalità e i propri ricordi e vivere più a lungo.

Marinella Castiglione

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