100 anni dal bombardamento e dall’occupazione di Corfù da parte dei fascisti italiani – Corfu Today – Corfu News

Oggi ricorrono i 100 anni dal bombardamento di Corfù e dall’occupazione di Corfù da parte delle truppe fasciste italiane di Mussolini, che durò fino al 27 settembre 1923.

Quello che segue è il testo pubblicato sul sito sasimera.gr

Un anno dopo essere salito al potere e mentre il nostro Paese era devastato dal disastro dell’Asia Minore, Benito Mussolini e l’Italia fascista mostrarono il loro volto sciovinista e le tendenze espansionistiche nei Balcani.

Si tratta dell’episodio del 27 agosto 1923 sulla strada Ioannina-Kakkavia, in cui furono scoperti cinque italiani, membri della commissione per la delimitazione definitiva del confine greco-albanese, in seguito alla concessione dell’Epiro settentrionale all’Albania nel 1921. Erano il generale Telini, il maggiore Corti, il capitano Banacini, il loro autista e un interprete.

Mussolini, che voleva anch’egli accrescere il proprio prestigio, senza attendere i risultati delle indagini delle autorità greche, presentò ad Atene una comunicazione orale con le seguenti disposizioni:

  • Un omaggio alla bandiera italiana e ai corpi delle vittime assassinate.
  • Cerimonia commemorativa, alla presenza del Consiglio dei Ministri.
  • Mi scuso con l’Italia.
  • Partecipazione di un ufficiale militare italiano all’interrogatorio.
  • Condannare a morte i colpevoli.
  • Pagamento risarcitorio di lire 50.000.000.

La Grecia era allora governata dal Comitato Rivoluzionario guidato da Nikolaos Plastiras, che ovviamente respinse la maggior parte delle disposizioni dell’ultimatum ritenendole inaccettabili. Ha offerto assistenza alle famiglie delle vittime e ha suggerito che l’Italia affidi la risoluzione della controversia alla Società delle Nazioni. Allo stesso tempo convinse il governo italiano che gli autori del reato non erano greci, ma banditi albanesi.

Il 31 agosto la Società delle Nazioni ha invitato la Grecia ad agire rapidamente per individuare i responsabili. Il nostro Paese, dal canto suo, ha chiesto la formazione di una Commissione Speciale per indagare sull’accaduto e attribuirne le responsabilità, nonché l’estensione dell’indagine all’Albania.

E mentre gli sforzi diplomatici per risolvere la crisi erano al culmine, lo stesso giorno l’Italia occupò Corfù con un’operazione militare, con una flotta di 25 navi (3 corazzate, 4 incrociatori, 6 cacciatorpediniere antisiluro e un sottomarino). Ciò fu preceduto dalle richieste del capo squadriglia italiano, capitano Foschini, al prefetto di Corfù, Petros Euripios, che l’isola fosse consegnata. Quando i funzionari greci si rifiutarono, gli italiani iniziarono a bombardare la città di Corfù, uccidendo 15 donne e bambini e ferendo 35 civili.

Poco dopo le truppe italiane sbarcarono sull’isola e la occuparono. Per dimostrare la loro intenzione, collocarono un gallo di legno nel Forte Vecchio, con la scritta: “Se questo gallo canta, gli italiani lasceranno Corfù”.

La Grecia protestò con veemenza e fece appello alla Società delle Nazioni, con l’opinione pubblica internazionale dalla sua parte. Le organizzazioni internazionali (all’epoca le Nazioni Unite) tentarono di risolvere l’incidente, ma incontrarono una forte reazione da parte dell’Italia. Il caso è stato deferito alla Conferenza degli Ambasciatori, che ha obbligato la Grecia:

  • Risarcire l’Italia di 50.000.000 di lire.
  • Per tenere un servizio commemorativo per gli uccisi, e
  • Condurre indagini per trovare gli autori degli omicidi, sotto la supervisione della Commissione Internazionale.

Fu solo allora che gli italiani accettarono di evacuare Corfù il 27 settembre 1923, e gli uomini li mandarono via con un sarcastico “Koukouriku!”. Nonostante gli sforzi delle parti correlate, l’autore del quintuplo omicidio non è mai stato trovato.

Fonte: sasimera.gr

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Xaviera Violante

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