Il Louvre nel “bersaglio” italiano.

Il Museo del Louvre non ha fatto in tempo a inaugurare completamente all’inizio di luglio la rinnovata ala Campana al primo piano, che ospita una delle collezioni più importanti al mondo di vasi greci antichi e rischia di “perdere” sette di essi, particolarmente importanti . Questo perché l’Italia, attraverso il suo ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, ha preso contatto con il presidente del primo museo al mondo frequentato da visitatori, Laurence de Carr, per chiedere il rimpatrio di sette alcuni oggetti d’antiquariato che si trovano. ritenuto di origine sospetta.

I vasi in questione sono databili, secondo una pubblicazione del quotidiano francese “Le Monde”, tra il VI ed il IV secolo. aC, furono acquisiti dal Museo tra il 1982 e il 1998 e non facevano parte della collezione originaria dei marchesi Campanas, da cui l’ala prende il nome. La collezione Campana fu in gran parte acquisita da Napoleone III nel 1861 e nel 1863, quando fu presentata ufficialmente, rese il Louvre l’apice della ceramica greca antica.

In un periodo in cui il Museo del Louvre arricchì la sua collezione con vasi dichiarati – tra questi c’è un’anfora panatenaica illustrata in rosso con la rappresentazione di un chitarrista attribuita al Pittore di Berlino e datata intorno al 490 a.C., un calderone rosso a forma di campana del Pittore Ixion raffigurante una scena di fidanzamento e datata 330 a.C. e un cratere di forma nera con vedute mitologiche del VI secolo. associati ad esempio ai Pittori di Antimene, i curatori responsabili concentravano il loro interesse sull’autenticità delle antichità, ma non sul modo in cui venivano diffuse.

Archivio di 5.000 polaroid

Si ritiene che i vasi siano legati all’antiquario Giacomo Medici, il cui magazzino fu perquisito nel 1995 dalla polizia italiana e svizzera nella zona di libero scambio di Ginevra. Come altre “Grotte di Ali Baba”, questo particolare magazzino contiene non solo una grande quantità di antichità scavate illegalmente, ma anche un archivio di 5.000 polaroid, che descrivono in dettaglio il viaggio degli oggetti a partire dagli scavi illegali. per la loro vendita viene registrato. Il raid è stato anche l’occasione per scoprire una vasta rete che coinvolge collezionisti di antiquariato, importanti case d’asta, rinomati collezionisti e importanti musei occidentali.

Il ministro italiano, secondo la pubblicazione francese, ha presentato formalmente al presidente del Louvre la richiesta del suo Paese di essere aperta al dibattito e ha precisato che “il museo sta indagando sull’origine degli oggetti. Potranno restituirlo già quest’anno se risulta che è stato ottenuto in modo non etico” e ha aggiunto che “le opere di dubbia provenienza saranno una macchia per la collezione del Louvre”, garantendo che la questione sarà esaminata con attenzione e chiarezza.

Girolamo Onio

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