un’altra sentenza del tribunale ha ordinato l’annullamento dell’aumento sostenuto dal DNU

Altre decisioni del tribunale ha ordinato alle aziende farmaceutiche prepagate di annullare gli aumenti applicato a una delle sue affiliate sulla base delle disposizioni previste in questo caso sulla base della Decisione sulla Necessità e l’Urgenza (DNU) 70 del 20 dicembre dello scorso anno, la cui validità è discutibile. “assoluta incostituzionalità”.

La decisione del giudice federale San Martín ha dato luogo alle misure cautelari richieste da Luis Alberto Millet, pensionato della società prepagata Galeno Argentina SA, che dovrebbero limitarsi a “effettuare miglioramenti consentiti dalle autorità di contrasto Ai sensi dell’art. 17 (non sostituito) Legge 26.682 fino alla decisione definitiva.”

La decisione del giudice sostituto Elpidio Portocarrero Tezanos Pinto si aggiunge a quella conosciuta pochi giorni fa dal giudice federale di San Martín Martina Forns, che ha anche emesso un provvedimento cautelare con il quale ha ordinato alla Società Italiana di Benevolenza di Buenos Aires (denominazione societaria dell’Associazione Italiana Hospital) di adeguare i suoi contributi al piano sanitario e di revocare un aumento concesso all’affiliata María Cristina Brauchli, 78 anni.

Nel caso dell’affiliato Galeno, il giudice Portocarrero ha osservato che il querelante è passato dal pagamento di una fattura di 81.403,22 dollari a dicembre a 151.405,23 dollari a gennaio, “il che significa aumento superiore all’85% da un mese all’altro, senza alcun preavviso.”

“Il 4 gennaio di quest’anno, invece, è arrivata una nuova comunicazione, che segnalava un altro aumento per febbraio del 28,5%”, ha continuato, inoltre “nell’ultimo mese, vengono applicati miglioramenti superiori al 100%.perché secondo la nota allegata, i suoi benefici pensionistici ammontano a $ 240.511,67, rendendogli impossibile pagare tali pagamenti.

Millet soffre di diabete di tipo 1 da quando aveva 11 anni e ha iniziato a utilizzare una pompa per insulina 35 anni fa. Per il giudice si trovava in uno “stato di incertezza” a causa dell’aumento dei suoi pagamenti anticipati stabilito con il sostegno della DNU, che ha liberalizzato il settore. E ciò, ha detto il giudice, ha causato anche a lui «come consumatore, danno attuale ai tuoi diritti, l’accesso alla salute, alla vita e ai beni personali è garantito dagli articoli 17, 42 e 75 co. 22 e 23 della Costituzione dello Stato”.

Argomentazione della decisione del tribunale

In questo caso mette in dubbio “il assoluta incostituzionalità DNU 70/2023 che modifica il quadro normativo in materia di cure prepagate e servizio sociale, perché non viene rispettato il meccanismo costituzionale di eccezione, violando così quanto previsto dall’articolo 99 comma 3″ Magna Carta.

Al riguardo, ha affermato che la decisione “è una norma che ha modificato il quadro normativo delle aziende farmaceutiche prepagate e del lavoro sociale (legge 26.682), ha abrogato con l’articolo 267 l’articolo 5 commi G e M e ha sostituito con l’articolo 269 le parole della articolo. 17″.

Il giudice ha confermato che DNU revocare le funzioni dell’autorità esecutiva che vigila sul rispetto dei benefici, dei contratti e dei piani del PMO e “sostanzialmente nell’articolo 17 (sostituito) il PMO deve monitorare e garantire l’equità dei contributi ai programmi di benefitPer questo, gli aumenti devono essere autorizzati sulla base delle variazioni della struttura dei costi e di calcoli ragionevoli del rischio.

Denunce di cartellizzazione

Oltre alle denunce private in Tribunale da parte degli utenti lesi dall’aumento, che in questo caso si aggiunge già a due sentenze favorevoli questa settimana, in Commissione Nazionale per la Difesa della Concorrenza (CNDC) altri si sono scontrati con le società prepagate che formavano l’Unione Argentina della Salute (UAS) per realizzare un cartello.

Lo hanno riferito i deputati dell’opposizione e i deputati della Coalizione Civica Hernán Reyes, Maximiliano Ferraro, Rubén Manzi e Facundo Del Gaiso da aumentare i prezzi in modo coordinato dalle tariffe per gli utenti e dai pagamenti ai loro fornitori, che secondo loro equivalgono a cartellizzazione e abuso.

Nel suo articolo si spiega che l’aumento registrato è stato del 40% a gennaio e del 30% a febbraio e in entrambe le occasioni lo ha riferito Claudio Belocopitt, presidente della UAS, come il risultato di accordi conclusi nell’ambito della camera corporativa che li unisce.

La denuncia presentata alla CNDC riguarda un accordo presumibilmente concluso tra i concorrenti per fissare aumenti di prezzo in modo coordinato, che avrebbe un impatto negativo sugli utenti dei servizi farmaceutici prepagati. Anche questo viene rilevato la possibilità di cartellizzazione ciò ha un impatto sui fornitori di servizi, poiché concordano di stabilire piani di aumento, nonché il valore medio degli aumenti per ospedali, medici e aziende farmaceutiche.

Con informazioni da Télam

Rodolfo Cafaro

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