Ieri, domenica, gli operatori ospedalieri italiani hanno bloccato le strade chiedendo rifornimenti e misure di isolamento efficaci per far fronte alla crisi sanitaria.
Gli operatori SADOFE (che lavorano sabato, domenica e festivi) e una delegazione dell’Ospedale Italiano hanno bloccato la strada. Hanno applaudito per chiedere sicurezza nella cura dei pazienti. Hanno chiesto una fornitura garantita. Hanno denunciato cattive condizioni di lavoro e standard di isolamento inferiori agli standard.
Hanno dichiarato di non rispettare il Triage, cioè la classificazione dei pazienti in base all’urgenza delle cure. Questo compito consentirà la categorizzazione della complessità e ridurrà i rischi nei reparti e nelle emergenze.
Oggi uno dei pazienti sospettati di avere il coronavirus si è aggirato per la sala da pranzo chiedendo servizi diversi agli operatori, minacciando ritorsioni se tale richiesta non fosse stata soddisfatta, poiché doveva rispettare l’isolamento. I lavoratori criticano il fatto che questa responsabilità individuale non costituisce una responsabilità istituzionale.
Dopo il blocco stradale, le guardie hanno cambiato protocollo, dando loro doppie camicie da notte e guanti, occhiali, sottogola e cappelli che avevano richiesto. Noi operatori sanitari siamo coloro che possono fornire soluzioni efficaci a questa situazione. Formiamo comitati per la pulizia e la sicurezza in tutti gli ospedali. L’uscita è dal basso.
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