L’Associazione Italiana Piscicoltori presenta un documentario emozionante sulle persone e sull’acquacoltura

L’Associazione Italiana Allevatori Ittici (API) ha presentato ufficialmente il documentario “Coltivare l’acqua: API, una storia italiana nel tempo”. Questo documentario è stato proiettato alla Barcolana 2023, regata velica di grande tradizione che si svolge a Trieste, ed è associata ad eventi e celebrazioni culturali.

Il documentario, come riporta l’Associazione Italiana Allevatori Ittici, è stato diretto dal pluripremiato regista Giuseppe Carrieri e realizzato nell’ambito di un progetto di collaborazione con l’Università degli Studi di Milano.

Questo documentario cerca di rappresentare la potente geografia dell’Italia attraverso sentieri naturali nascosti e, a volte, inesplorati. Inoltre, come affermano, “non si tratta solo di una testimonianza storica dell’acquacoltura italiana, ma anche di una riflessione poetica sul significato di quello che non è solo un lavoro, o una professione, ma anche una missione che viene preservata e sviluppata insieme a nel tempo. .nel corso degli anni, tramandato di generazione in generazione.”

La struttura invisibile ma potente dell’acqua, aggiungono, sia nel vasto oceano che nei corsi d’acqua dolce, attraverso le lotte quotidiane, rivela “le opinioni dei protagonisti di oggi che, nell’Associazione, “esprimono ciò che è più forte e talvolta trascurato. , che racconta la vita dell’allevamento ittico e affronta la sua esigenza più significativa e innegabile: la cura.

Nel documentario interviene il giovane Pietro Bettinazzi, rappresentante della nuova generazione di acquacoltori, che riflette il sentimento di dedizione ed evoluzione che accompagna l’acquacoltura, rivelando “il legame quasi innato tra uomo e pesce, nel magico scorrere del tempo. rendendo il flusso delle loro vite reciprocamente vantaggioso”.

Pertanto, attraverso le voci di Maurizio Grispan e Fulvio Cepollaro, si vede come in un mondo dove tutto è destinato a cambiare e decadere, chi si dedica all’acquacoltura svolge “la funzione di preservare e preservare le specie, superando quella dell’allevatore”. In questo grande viaggio, la salute e la sicurezza della struttura diventano un fattore chiave per comprendere lo scopo di un lavoro che non avrebbe ragione di esistere se non fosse animato da una passione unica, come dimostrato attraverso la voce di Adriano Cozzini.

Infine ci sono i segreti: gli abissi più profondi, inesplorati, la meraviglia delle cose che solo la superficie può svelare. Il film ci conduce quindi in un viaggio silenzioso nelle acque del mare, dove ogni cosa, per quanto sommersa, mostra la sua potenza più sorprendente.

“Coltivare l’Acqua: FUOCO, una storia italiana nel tempo”, insomma, secondo l’Associazione Itticoltori Italiani, diventa “un affresco contemporaneo in mezzo a tanti spazi e volti, tra la mano e lo scorrere instancabile. trasparente, così per non dimenticare l’orizzonte segnato dall’acquacoltura, i suoi obiettivi e, soprattutto, le caratteristiche fondamentali delle opportunità legate al Paese, alla salute e alla vita di tutti noi.”

Rodolfo Cafaro

"Inguaribile piantagrane. Professionista televisivo. Sottilmente affascinante evangelista di Twitter. Imprenditore per tutta la vita."

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *