Bandita la carne sintetica, ora l’Italia passa ai prodotti vegetali

Di Agrocita. 10/07/2023 | 18:07




Secondo i legislatori italiani, dopo aver reso il Paese il primo al mondo a vietare questo tipo di alimenti, le norme ufficiali mirano a “tutelare la salute umana e il patrimonio agroalimentare”, vietando i prodotti di sintesi “destinati al consumo umano e animale. ” cibo”.

In un altro capitolo di questo romanzo che potrebbe intitolarsi “La vendetta della carne”, il governo italiano ha approvato un emendamento che vieta l’uso di nomi riferiti alla carne e ai suoi derivati ​​per prodotti contenenti esclusivamente proteine ​​vegetali. .

Vale la pena notare che questo regolamento era incluso nella legge di marzo (che vietava la produzione, la commercializzazione e l’importazione di alimenti sintetici), ma inizialmente è stato rimosso per fornire un orientamento più flessibile alla legge.


Per le verdure, cosa c’è dalle verdure?

Gian Marco Centinaio e Giorgio Maria Bergesio, due legislatori italiani promotori del nuovo articolo di legge, hanno spiegato ai media italiani che “grazie a questa norma, non troveremo etichette come hamburger di soia o mortadella vegana nei nostri supermercati, perché sono nomi che ingannano i consumatori.”

Nella loro spiegazione in Parlamento, i senatori hanno affermato che “approvando le nostre riforme, garantiamo ai cittadini il diritto alla correzione delle informazioni per tutelare la loro salute e i loro interessi, ma riconosciamo e difendiamo anche i valori culturali, socioeconomici e ambientali della il nostro Paese. prodotti zootecnici e aziende manifatturiere”.

Riteniamo infatti che chi vende prodotti con etichette ambigue sia impegnato in una concorrenza sleale. “Anche per questo, con la nuova legge, si correrà il rischio di pesanti sanzioni”, hanno sostenuto.

Per essere in linea con l’Argentina, la norma prevede la metà della sanzione e per essere attuata deve essere approvata dalla Camera, i senatori sono fiduciosi che ciò avvenga senza problemi, ma manca ancora l’anello finale.

Nel nostro Paese è attualmente in elaborazione una legge che mira, come l’emendamento italiano, a vietare l’uso di queste denominazioni per prodotti che contengono esclusivamente proteine ​​di origine vegetale.

La legge è stata approvata a marzo e, in caso di violazioni, prevede sanzioni amministrative che vanno da 10.000 euro a un massimo di 60.000 euro, ovvero fino al 10% del fatturato complessivo annuo.

Oltre alla confisca dei prodotti giudicati contrari alle norme, la legge prevede anche sanzioni amministrative per l’esercizio dell’attività d’impresa, impedendo l’accesso a prestiti o sussidi dello Stato, di altri enti pubblici o dell’Unione Europea.

Se un’azienda non rispetta le norme di legge, è obbligata a chiudere il proprio stabilimento di produzione per un periodo compreso tra almeno un anno e un massimo di tre anni.

Fonte: Diario con vos

Rodolfo Cafaro

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