“Asse” fiscale da tre punti alla riunione di Vesyropoulos

Tre assi di problemi istituzionali che coinvolgono il settore della trasformazione e commercializzazione del caffè in Grecia, come la tassazione delle materie prime nei depositi fiscali, l’iter burocratico e dispendioso per la dichiarazione delle attrezzature affittate alle imprese e l’abolizione delle accise sui consumi, erano a rischio il cuore dell’incontro della Hellenic Coffee Union con il Vice Ministro delle Finanze.


All’incontro hanno partecipato George Magginas (Jacobs Douwe Egberts), Christos Alevizos (Nestlé), Giannos Benopoulos (Cafetex), Giannis Taloumis (Taf), Tassos Giagoglou (Kafs Giagoglou) a nome dell’Hellenic Coffee Association.


Il caso di “fyra” nel caffè


Quando si tratta di tassa sul caffè nel deposito fiscale, diverse società di trasformazione e marketing hanno istituito depositi fiscali. Lì ricevono le materie prime dalla dogana, mentre sono obbligati a pagare le accise ogni volta che alcune materie prime vengono esportate dal magazzino. Tuttavia, come sottolinea l’Associazione ellenica del caffè, vi sono casi di società che detengono importi significativi nel caveau delle imposte, che possono durare a lungo. Durante lo stoccaggio si verifica una diminuzione di peso rispetto alla quantità iniziale di caffè importata in magazzino, a causa della progressiva perdita di umidità del prodotto crudo.


Nel caso di controllo del deposito fiscale, la bilancia di controllo considera che vi sia uno scostamento dalla quantità di caffè immagazzinato, per pagare il corrispondente EFK, a causa della differenza di peso. Le sanzioni per violazioni doganali sono imposte dalla legge. L’Associazione ellenica del caffè ha chiesto al Viceministro di riconoscere una differenza di peso fino all’1,5% annuo, come determinato in Italia, sulla quantità totale di caffè circolata nel deposito fiscale.


Sul tavolo la soluzione al problema del prestito alla macchina del caffè


Le due parti hanno discusso anche del completamento dell’iter burocratico seguito dalle aziende che utilizzano attrezzature (macchine da caffè) nei ristoranti. In tal caso, in ogni transazione relativa al cliente dovrà essere effettuata una dichiarazione di bollo attraverso la piattaforma AADE di riferimento ed entro un termine massimo di cinque giorni con una sanzione sproporzionata di 500 euro per l’eventuale ritardo. In sostanza, l’imposta di bollo di legge è a carico di ogni movimento della macchina da caffè. Cioè viene dichiarata e pagata quando viene immessa in officina o sostituita con una nuova, ma anche quando una macchina viene rimossa dall’officina e sostituita con un’altra per motivi di manutenzione.


Ciò significa in pratica che se un’azienda lavora con una vasta rete di punti focali, è tenuta a dichiarare un gran numero di transazioni e bollo su base giornaliera. Questo fatto si aggiunge all’onere operativo e finanziario dell’azienda. I dirigenti della Hellenic Coffee Union hanno chiesto al sig. Vesyropoulos una dichiarazione di movimento delle apparecchiature da fare collettivamente su base mensile o per un periodo di tempo più lungo durante tutto l’anno. In questo modo, come sostengono, non ci sarà alcuna perdita di entrate statali, mentre i costi burocratici per le imprese saranno notevolmente ridotti.


La questione delle accise


Il consiglio di amministrazione della Hellenic Coffee Union ha anche sollevato presso il viceministro competente la questione dell’eliminazione delle accise, che costano ai consumatori oltre 130 milioni di euro all’anno. Come sottolineato dal Consiglio di Amministrazione. Stati, questa è un’azione fiscale, che provoca aritmie nelle operazioni delle imprese, gravando in modo significativo sui loro costi operativi e sulla necessità di capitale circolante disponibile.



Xaviera Violante

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