Ideologia, strategia, stile politico… L’essenza inafferrabile del populismo

Di Marion Dupont

Inserito oggi alle 07:45, aggiornato alle 07:45.

Emmanuel Macron diventerà un populista? La questione è riemersa nel dibattito pubblico dopo una piccola frase pronunciata dal Capo dello Stato, il 4 gennaio, sulle persone non vaccinate – “Voglio davvero farli incazzare” – in un’intervista rilasciata ai lettori Parigino. L’insolita combinazione di prima persona singolare e “live chat” al limite degli insulti, in un giornale notoriamente popolare e nel bel mezzo di una campagna elettorale, ha fatto scorrere molto inchiostro. L’incidente non è rimasto isolato: da allora, sono state numerose le azioni (reali o annunciate) del candidato alla rielezione e della sua amministrazione, come l’abbassamento dei prezzi della benzina, la sospensione delle licenze di vaccinazione o la rimozione degli audiovisivi. canoni, è stato descritto come “populista”.

Se questa domanda ha attirato l’attenzione di alcuni commentatori e del grande pubblico, può essere perché, così formulata, invita a riconsiderare le etichette politiche peggiorative spesso utilizzate oggi; e forse anche, più in generale, le griglie di lettura più spesso utilizzate per “categorizzare” i politici. Se l’aggettivo “populista” è facile da attribuire a personalità all’estremo opposto dello spettro politico, da Marine Le Pen a Jean-Luc Mélenchon, associarlo al Capo dello Stato sembra un ossimoro. Soprattutto perché, durante le elezioni europee del 2019, questa opposizione è stata messa in scena da Emmanuel Macron, dai suoi stretti collaboratori e da esponenti del suo movimento politico: “Un certo numero di forze populiste stanno sorgendo in Europa e noi le combatteremo. Vogliamo essere una forza centrale progressista e determinata”.ha detto in particolare Nathalie Loiseau presentando l’elenco de La République en Marche.

Tuttavia, questa non è la prima volta che in Emmanuel Macron vengono rilevate sfumature populiste. Già, durante la precedente campagna presidenziale nel 2017, la sua strategia politica veniva talvolta descritta come “populismo centrale”o forse“centro estremo”, nelle parole dello storico Pierre Serna. Le sue esibizioni sull’opposizione tra la società civile, che il candidato sostiene, e l’establishment possono far riflettere; come il suo desiderio di apparire “antipartito”, “antisistema”. Ha anche accettato l’etichetta, durante un’intervista a giornale della domenicadichiarato all’epoca: “Se essere un populista significa parlare alla gente in modo comprensibile senza passare attraverso un dispositivo, sono disposto a essere un populista. »

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Franco Fontana

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