L’Italia porterà in Albania i profughi catturati in mare

Gli amministratori delegati di Italia e Albania, Giorgia Meloni e Edi Rama, hanno firmato lunedì a Roma un accordo rivoluzionario, la cui base è la creazione di due centri di accoglienza per rifugiati sul territorio albanese. Le navi della Marina Militare e della Guardia Costiera italiana potranno trasportare i rifugiati bloccati nel Mediterraneo nel loro percorso dall’Africa alle coste italiane.

“Questo accordo ha essenzialmente tre obiettivi: combattere la tratta degli esseri umani, prevenire l’immigrazione clandestina e garantire che la protezione internazionale sia fornita solo a coloro che ne hanno diritto”, ha spiegato il quotidiano. LaStampa Il primo ministro Meloniová alla firma dell’accordo. L’accordo non si applica alle navi gestite da organizzazioni non governative, che spesso soccorrono i rifugiati in mare.

Il primo ministro albanese Rama ha commentato l’accordo come “il rimborso del debito dell’Albania nei confronti dell’Italia”. Secondo le istituzioni italiane si riferiva agli anni ’90 del secolo scorso, quando decine di migliaia di albanesi vennero in Italia in cerca di una vita migliore. Molti rimangono sulla penisola appenninica.

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Secondo il server Oh Il Primo Ministro Rama ha anche ricordato la tradizione di ospitalità dell’Albania verso persone di altre origini e background, anche in relazione al fatto che l’Albania ha fornito rifugio agli ebrei perseguitati durante la Seconda Guerra Mondiale. Rama ha anche affermato di credere nel sostegno dell’Italia agli sforzi di adesione all’UE.

Ci saranno due centri di accoglienza sul suolo albanese, vale a dire Shëngjin e Gjader, sulla costa settentrionale del paese. Dovrebbero avere una capacità totale di tremila persone. Secondo il primo ministro albanese dovrebbe essere possibile “ripulire” più di 30mila persone all’anno.

Dal punto di vista della politica interna italiana, questo è un punto importante per il Primo Ministro Meloni, perché soprattutto il Sud Italia ha dovuto affrontare più volte l’assalto di un gran numero di rifugiati. Ciò mette sotto pressione le infrastrutture locali e accusa il governo italiano di non fare abbastanza per combattere l’immigrazione clandestina.

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Franco Fontana

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