Per quasi mezzo secolo Giorgio Napolitano, originario di Napoli, operò nelle più alte cariche del Partito Comunista Italiano. Negli anni ’90 è diventato gradualmente deputato al Parlamento europeo, presidente della Camera dei rappresentanti, ministro dell’Interno e nel 2006 è stato eletto presidente della Repubblica. Rimase in carica fino a gennaio 2015. Ha ottenuto riconoscimenti soprattutto grazie alla sua trasformazione da tradizionale rappresentante dello Stato italiano a presidente attivo.
Chi è Giorgio Napolitano
Fin dagli anni Quaranta Napolitano fu membro del Partito Comunista, dove ricoprì successivamente diversi incarichi di vertice. Mezzo secolo dopo occupò incarichi importanti nel parlamento e nel governo italiano. È molto conosciuto anche sulla scena internazionale come membro del Parlamento Europeo e membro della Commissione Affari Esteri.
Politico apparentemente misurato e moderato, nell’era di Silvio Berlusconi si è comportato come l’opposto del controverso primo ministro. Inoltre spesso non è d’accordo con lui. Con l’inizio della crisi del debito europeo, all’inizio del secondo decennio del nuovo millennio, Napolitano ruppe con le abitudini precedenti, quando il presidente italiano era all’ombra del primo ministro e svolgeva funzioni piuttosto rappresentative.
Ha trascorso mezzo secolo nel Partito Comunista
Giorgio Napolitano è nato il 29 giugno 1925 a Napoli. Come studente di giurisprudenza presso l’università locale, si unì a un gruppo giovanile antifascista nel 1942 e tre anni dopo divenne membro dell’ormai defunto Partito Comunista Italiano (PCI).
Subito dopo l’adesione, divenne membro del Comitato Centrale, poi fu nominato membro del Politburo e negli anni ’80 fu a capo dei deputati comunisti. Napolitano ha sempre rappresentato l’ala destra dei cosiddetti miglioristi, che cercavano riforme interne. Rimase nel partito fino al suo scioglimento nel 1991.
Napolitano è stato in parlamento dal 1953 al 1996. L’eccezione è stata un triennio a cavallo tra gli anni ’80 e ’90, quando ha servito come eurodeputato a Strasburgo. Rientrato in patria nel 1992, diventa presidente del Consiglio di rappresentanza del popolo e quattro anni dopo viene nominato ministro degli Interni nel governo romano Prodi.
Lasciò l’incarico due anni dopo, quando allargò anche le fila della Sinistra Democratica (DS). Nel 1999 è tornato al Parlamento Europeo per un mandato di cinque anni. Ne presiede il comitato costituzionale.
Napolitano ha vinto le elezioni presidenziali del 2006 e il 15 maggio è diventato capo dello Stato come 11° presidente italiano per un mandato di sette anni. Per il suo eccellente oratore e per il suo approccio equilibrato e onesto, ha ricevuto riconoscimenti da politici nazionali e stranieri.
Quando alla fine del 2011 divenne chiaro che l’Italia sarebbe stato il prossimo paese a fallire dopo la Grecia, Napolitano era in prima linea nella situazione relativa alla crisi del debito europeo. Molti hanno apprezzato il suo approccio attivo, che gli è valso la reputazione di garante della stabilità politica.
Primo presidente rieletto
Quando il regno di Silvio Berlusconi si è concluso prematuramente nel 2011, portando alle dimissioni di Napolitano, ha nominato l’economista Mario Monti per sostituirlo nell’aprile 2013.
Nel dicembre 2012, appena quattro mesi prima della fine del suo mandato, Monti perse la maggioranza in parlamento. Pertanto, nel febbraio dell’anno successivo si tennero nuove elezioni. Il risultato portò a una situazione di stallo che si verificò due mesi dopo, quando il parlamento non fu in grado di eleggere un nuovo presidente. In Italia è eletto da entrambi i rami del Parlamento e da 58 eletti regionali.
Ci sono stati cinque round falliti prima che Napolitano decidesse di difendere nuovamente la sua presidenza prima del sesto round. Questa azione non è mai avvenuta prima. Sebbene la Costituzione italiana consenta la rielezione del presidente, tutti i presidenti precedenti hanno ricoperto un solo mandato. Dopo essere stato eletto al sesto turno, Napolitano è diventato il presidente italiano più longevo.
Rimase in carica fino al gennaio 2015, ma diversi mesi prima era trapelata ai media che il politico 89enne stava valutando le sue dimissioni. Il 14 gennaio 2015 ha rassegnato ufficialmente le dimissioni. Il suo incarico è stato sostituito dall’ex giudice della Corte Costituzionale, Sergio Mattarella.
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