Nuovi divieti UE: ecco quali oggetti non potremo più acquistare

Piovono ancora divieti dall’Unione europea e presto non potremo nemmeno più acquistare oggetti di uso comune.

Se molti non hanno dubbi sulla positività e i vantaggi di essere entrati nell’Unione Europea, molti altri si chiedono se, invece, non sarebbe stato più opportuno conservare una maggiore autonomia sul proprio territorio nazionale. Una risposta giusta forse non c’è e solo la Storia, un giorno, ci dirà cosa è stato o cosa sarebbe stato meglio fare o non fare.

la presidente della commissione Ue Ursula Vond Der Leyen
Nuovi divieti UE: ecco quali oggetti non potremo più acquistare -(foto Ansa)- canale3toscana.it

Una cosa però è sicura: entrare in un organismo come la UE comporta accettare regole e divieti che, talvolta, possono apparire senza senso o che possono andare contro gli interessi economici dei propri cittadini. Pensiamo ad esempio a tutte le scelte che ruotano attorno alla rivoluzione Green.

Entro il 2030 gli edifici di tutti gli Stati membri dovranno raggiungere almeno la classe energetica E che, entro il 20233, dovrà salire ulteriormente alla classe D. Ma non solo: la rivoluzione green coinvolgerà anche elettrodomestici e oggetti di uso comune. A breve, ad esempio, sarà vietatissimo acquistare oggetti che abbiamo sempre comprato in tutta tranquillità fino ad oggi.

Nuovi divieti UE: al bando questi oggetti

L’Europa entra in modo sempre più massiccio nelle nostre case e trasforma le nostre abitudini in nome di una maggiore sostenibilità. Non solo forni, lavatrici e frigoriferi: ora dovremo cambiare tutto in quanto sarà vietato acquistare determinati oggetti di cui abbiamo sempre fatto uso.

carrello del supermercato vuoto davanti ad uno scaffale pieno di cibo in scatola
Nuovi divieti UE: al bando questi oggetti/canale3toscana.it

L’attenzione dell’Ue si sposta dalle emissioni di CO2 ai Pfas: sostanze che, secondo diversi studi, avrebbero un impatto devastante non solo sull’ambiente ma anche sulla nostra salute. A livello ambientale queste sostanze sono dannose in quanto ci impiegano secoli prima di essere smaltite.

A livello della salute, invece, diverse ricerche hanno evidenziato che possono interferire con gli ormoni, specialmente con gli ormoni femminili e facilitare, dunque, l’insorgenza di patologie anche molto serie. Il problema è che i Pfas si trovano praticamente ovunque e, secondo le stime, se non si interviene, entro 30 anni ci saranno circa 4,4 milioni di tonnellate di Pfas dispersi nell’ambiente.

L’Unione Europea ha, pertanto, deciso di intervenire a gamba tesa introducendo nuovi divieti che si rivolgono alla aziende: già a partire dal 2026 le aziende non potranno più produrre oggetti contenti Pfas. Ma, come anticipato, queste sostanze nocive si trovano praticamente ovunque e, soprattutto, in moltissimi oggetti che tutti noi usiamo ogni giorno come le padelle antiaderenti o le confezioni per gli alimenti ma sono presenti Pfas anche in moltissime creme, cosmetici, bagnoschiuma.

Per non parlare dei comuni impermeabili che utilizziamo per ripararci quando piove o delle pellicole con cui conserviamo il cibo che avanza. Come potremo rinunciare a tutto questo? Al momento un’alternativa ecosostenibile che possa rimpiazzare i Pfas al 100% ancora non è stata trovata.

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