Jacobellis vinse 16 anni dopo l’oro che “lanciava” ai Giochi a turno

L’americana Lindsey Jacobellis, neo campionessa olimpica di snowboard boardercross ai Giochi Invernali di Pechino 2022, ha conquistato questo mercoledì, a Zhangjiakou, all’età di 36 anni, l’oro che aveva ‘lanciato’ sedici anni fa (Italia di Turó); dove cadde per un proprio errore nel penultimo salto e si dovette accontentare dell’argento in una prova che finì per essere vinta dalla svizzera Tanja Frieden.

 

Jacobellis, senza vedovo una delle migliori ‘cavalieri’ di tutta la storia, che cinque anni fa vinse il suo quinto titolo individuale di campionessa del mondo in Spagna vincendo la gara disputata in Sierra Nevada (Granada) e che ha un altro oro mondiale a squadre miste tre anni fa a Solitude (Utah, USA), parte come grande favorito all’oro nella prima olimpica del boardercross, 16 anni fa a Bardonecchia, sede di quell’evento ai Giochi di Torino.

 

Ma la supercampionessa del Connecticut, dieci volte vittoriosa agli X-Games e con trenta trionfi in Coppa del Mondo, ha ‘lanciato’ da sola la medaglia d’oro, quando è caduta dopo aver effettuato una ‘presa di metodo’ in previsione dei festeggiamenti in il penultimo salto, quando era nettamente in testa alla corsa.

 

In quell’azione, l’americana ha preso la tavola con la mano, è entrata in contatto con il bordo ed è caduta, poco prima dell’ultimo salto. Nonostante ciò, riuscì a ‘salvare’ la medaglia di piatto.

 

Jacobellis, che in un primo momento ha affermato che quello che voleva era “mantenere la stabilità”, ha poi ammesso di aver fatto quel gesto “per divertimento”.

 

“Lo snowboard è gioia e ho voluto condividere il mio entusiasmo con il pubblico”, ammette Lindsey, che per quell’errore giovanile stava per perdere il titolo più importante della sua carriera sportiva.

 

Un successo ottenuto questo mercoledì vincendo la finale di Zhangjiakou davanti alla francese Chloe Trespeuch, vincitrice dell’argento, e alla canadese Meryeta O’Dine, sorprendente medaglia di bronzo.

 

Dopo quelle di Torino, anche Jacobellis, che partecipò alla sua quinta edizione dei Giochi di Pechino, non ebbe fortuna nelle successive apparizioni olimpiche.

 

È arrivata quinta, dopo essere caduta in semifinale, ai Giochi di Vancouver 2010, in Canada; ea Sochi’14 (Russia), dove le qualificazioni sono passate da quattro a sei contendenti -a Pechino sono di nuovo quartetti-, sono cadute nuovamente in semifinale prima di vincere la piccola finale per finire settimi.

 

Quattro anni fa, a PyeongChang (Corea del Sud) ha sofferto ancora la parte amara di questo sport: dopo averlo guidato, è arrivato quarto in finale, in cui era a soli tre millesimi dal podio.

 

“Mi è piaciuto il circuito della Sierra Nevada. È molto attivo, molto dinamico e ho potuto divertirmi molto”, ha detto Jacobellis a Efe quattro anni fa nella summenzionata località andalusa, dopo aver vinto il campionato del mondo di boardercross per la quinta volta , che ha aggiunto a quelli raggiunti a Whistler (Canada) nel 2005, ad Arosa (Svizzera), nel 2007; alla stazione di Girona di La Molina (anche in spagnolo), quattro anni dopo; e sette a Kreischberg (Austria).

 

Jacobellis si è rivelata una delle grandi vincitrici dei Campionati del Mondo della Sierra Nevada, in cui ha anche conquistato il bronzo nell’evento a squadre insieme a Faye Gulini.

 

Questo mercoledì, a parte un’enorme sorpresa mai esclusa nell’eccentrico e spettacolare fuoriclasse di Danbury, ha affrontato la sua occasione per vincere l’unico oro che gli è mancato nella sua brillante carriera sportiva. Quello che ha ‘gettato’ 16 anni fa. Lo sport ha reso giustizia: Jacobellis è già campione olimpico.

 

Adrian R. Huber

Rodolfo Cafaro

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