L’ufficiale di marina italiano Walter Biot è stato condannato a 29 anni di carcere per aver trasmesso informazioni militari riservate alla Russia. La sentenza è stata emessa dalla corte d’appello, scrive la stampa italiana. Secondo la corte non c’erano dubbi che Biot avrebbe trasmesso informazioni riservate ai rappresentanti dell’ambasciata russa. La difesa si è lamentata del modo in cui si è svolto il processo.
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Lunedì la Corte d’appello militare ha praticamente confermato la sentenza emessa dal tribunale, che aveva condannato Biot a 30 anni di carcere. Secondo il giudice non c’erano dubbi che Biot avrebbe diffuso informazioni riservate ai militari.
L’ufficiale ha poi rivelato un segreto militare a scopo di spionaggio e ha anche cercato informazioni segrete con l’obiettivo di scoprirle. La difesa ha lamentato lo svolgimento del processo, svoltosi con misure straordinarie a causa della riservatezza delle informazioni.
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“Walter Biot non ha mai potuto conoscere le prove su cui si basava la sua condanna, né ha potuto controinterrogare i testimoni che lo accusavano”, ha detto l’avvocato Roberto De Vita, che ha annunciato il ricorso in Cassazione. . La difesa aveva precedentemente sostenuto che Biot non aveva consegnato alcun documento sensibile.
L’ufficiale di polizia è stato arrestato nel marzo 2021, quando, secondo gli investigatori, stava per consegnare a un impiegato dell’ambasciata russa una scheda di memoria contenente documenti segreti sigillati. Secondo l’accusa avrebbe ricevuto dalla Russia 5.000 euro (più di 120.000 corone ceche) per i documenti trapelati.
L’Italia ha poi espulso due diplomatici russi. Al momento della sua cattura, Biot ricopriva il grado di capitano di fregata; ha lavorato al Ministero della Difesa ed è stato incaricato di sviluppare la politica di sicurezza nazionale e di gestire le relazioni con gli alleati dell’Italia.
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