AS Roma: come José Mourinho è diventato il salvatore della Roma – FOOTBALL INTERNATIONAL

Francesco Archetti (56) è giornalista della “Gazzetta dello Sport” dal 1990. Supervisiona club di Serie A ed è esperto di calcio internazionale. Era lì direttamente a cinque campionati del mondo e sette campionati europei. Commenta in esclusiva il calcio italiano per SPORT BILD online.

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L’onore perso in Serie A, per così dire dal romanzo di Heinrich Böll, poteva essere salvato solo da José Mourinho (59).

Sì, l’allenatore che ha portato in Italia l’ultima Champions League, nel 2010 con l’Inter in finale contro il Bayern (2-0), è l’unico del campionato italiano che punta ancora alla Coppa dei Campioni.

È solo la Conference League, l’ultima coppa creata dalla UEFA. Ma per l’AS Roma e la Roma è importante quanto il Mondiale. Per la semifinale contro il Leicester, tutti i 62.000 biglietti sono stati venduti in un pomeriggio. Le domande hanno raggiunto quota 130.000!

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Fonte: FIGURA

Il suo Special One, il nuovo imperatore, o il terzo papa come è stato acclamato quando è entrato in carica la scorsa estate, ha conquistato Roma nel giro di pochi mesi. Non c’è da stupirsi anche in campionato, dato che molto probabilmente gli Stati Uniti non arriveranno tra i primi quattro e quindi nella Champions League del prossimo anno, l’obiettivo finale del club.

Mourinho è un modello per il declino dei big nei club europei. Ma è lui l’uomo di cui l’AS Roma ha bisogno per rilanciarsi, secondo il nuovo proprietario americano Dan Friedkin, che ha speso 548,8 milioni di euro in 20 mesi.

Il presidente voleva un nome internazionale che fosse riconosciuto da tutti. Il portoghese è impiegato con uno stipendio annuo di 7,5 milioni, più del doppio di quello del suo predecessore Paulo Fonseca, che non supera i 3 milioni.

Il segreto del successo? Dopo alcune difficoltà iniziali, Mou ha trasferito il suo carattere alla squadra: la Roma ha segnato sette gol nei tempi di recupero. Non mostrare mai debolezza, questo è il motto e i giocatori lo hanno interiorizzato.

Combattiamo tutti. L’allenatore usa le sue doti comunicative per confrontarsi con avversari, arbitri, giornalisti, rivali della Lazio. Quando ha perso il derby cittadino 2-3 all’andata, sembrava un altro fallimento. Un allenatore allo stremo delle forze. Nella gara di ritorno ha vinto 3-0. Con il risultato che tutti i tifosi si sono uniti. Al suo fianco.

Anche Dan Friedkin sapeva che Mourinho era diventato intoccabile, un leader tribale che aveva dalla sua parte il suo popolo e aveva bisogno di essere soddisfatto.

E raggiunse il gruppo. In occasione della partita numero 1000 della sua carriera da allenatore, Mourinho ha invitato a cena tutta la squadra e la famiglia Friedkin. Menù a base di pesce, tanti brindisi e canti. Tutti cantano “Bella Ciao” o le canzoni di Antonello Venditti, il cantante romano e tifoso romanista che ha composto l’inno della squadra. La serata si è conclusa con un discorso motivazionale di otto minuti.

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Fonte: FIGURA

La leadership di Mourinho ha acceso l’orgoglio della Roma. Dopo il mese più nero del calcio italiano, quando a marzo tutte le squadre sono state eliminate dalla Champions League e la Nazionale ancora una volta assente ai Mondiali, solo Mourinho può restituire gloria alla Serie A, ruolo che ha sempre amato.

Francesco Archetti (56) è giornalista della “Gazzetta dello Sport” dal 1990. Supervisiona club di Serie A ed è esperto di calcio internazionale. Era lì direttamente a cinque campionati del mondo e sette campionati europei. Commenta in esclusiva il calcio italiano per SPORT BILD online.

Gerardo Lucchesi

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