Un messaggio importante della UEFA è apparso due volte sui monitor dello stadio di Lipsia durante la partita Croazia-Lipsia. Italia – con reazioni ogni volta molto diverse da parte del pubblico. Al 51′, secondo il materiale video, l’arbitro Danny Makkelie ha fischiato un rigore per la Croazia, che ha portato a festeggiamenti sfrenati, boccali di birra volanti e un rigore che alla fine non ha deciso la partita, ma alla fine ha determinato l’atmosfera, cioè è stato dato, ma poi il punteggio è stato 1-0. E poi, 40 minuti dopo, sono seguite le informazioni sui tempi supplementari, che hanno suscitato almeno un certo stupore tra gli stessi tifosi. E le loro grandi dimensioni hanno permesso alla squadra italiana di segnare 1:1 (90+8).
Entrambe le decisioni sono discutibili: come sa il pubblico del calcio, non esistono due falli di mano in area di rigore uguali. Tuttavia, il capo arbitro della UEFA Italia, Roberto Rosetti, ha spiegato esplicitamente una regola fondamentale prima del torneo: essere colpiti da una distanza ravvicinata di solito non ha conseguenze. Tuttavia, le mani dell’italiano Daniele Frattesi sono molto distanziate e, a livello europeo, “l’aumento innaturale della superficie corporea” viene punito più severamente che nella Bundesliga tedesca. Da qui la decisione: il rigore – va sottolineato: a favore della Croazia.
Tuttavia, i tempi supplementari sono diventati una questione politica più grande, almeno per l’allenatore croato: “Otto minuti, questo è del tutto ingiustificato”, ha detto con rabbia Zlatko Dalic e ha anche avanzato una tesi sull’ingiustizia che ha subito: “Siamo un piccolo Paese. Mi dispiace quando la Croazia non viene rispettata e riconosciuta”. Una cosa del genere non accadrebbe in nessun altro paese, ha detto Dalic, che ha chiesto retoricamente: “Sta succedendo anche in Portogallo o Spagna?”
Non finora nel contesto di questo Campionato Europeo. A differenza della FIFA, che ha ordinato tempi supplementari eccessivi ai Mondiali in Qatar per aumentare il tempo di gioco netto, la UEFA è rimasta fermamente fedele alla sua interpretazione più conservatrice, comunemente applicata alla Champions League. A causa del video del rigore e di parte del tempo giocato dalla Croazia nel secondo tempo, un tempo supplementare leggermente più lungo avrebbe potuto facilmente essere giustificato. Tuttavia, otto minuti sono stati almeno molto generosi: su questo c’è stato un ampio accordo, e non solo in campo croato.
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